Con l’Internet Advertising Revenue Report appena pubblicato, IAB torna a raccontarci anche quest’anno la bella favoletta della pubblicità online che cresce senza sosta:
i dati (statunitensi) del 2012 parlano infatti di un +15,2% rispetto all’anno precedente, passando dai 31,74 miliardi di dollari del 2011 ai 36,57 dello scorso anno.
In mezzo alla crescita generale, ci sono 2 elementi che spiccano:
Video …
“Il significativo incremento dei “digital video” sottolinea l’importanza delle prossime frontiere dei contenuti digitali, e la vitalità che elementi visuali, suoni e movimento rivestono sia per i consumatori che per gli inserzionisti pubblicitari.”
Così sentenzia Randall Rothenberg, presidente e CEO di IAB, mentre nel report si legge che i “digital video” passano da 1,8 miliardi di dollari (nel 2011) a 2,3 miliardi (nel 2012), segnando un +29%.
… e, soprattutto, mobile!
Ma la crescita più incredibile (anche se, per certi versi, ampiamente prevista) è quella del mobile: lo scorso anno il comparto ha pesato per il 9% nelle revenue globali, passando da 1,6 miliardi di dollari (nel 2011) a 3,4 (+111%!).
David Silverman di PwC ne “giustifica” l’ottima performance in questo modo: “gli smartphone diventano più… smart, le reti cellulari diventano più veloci, e la penetrazione di questi dispositivi aumenta, creando una combinazione di personalizzazione e localizzazione con un appeal enorme sui marketer. Siamo solo alla punta dell’iceberg.”
Mentre Rothenberg afferma che “il mobile, in particolare, è cresciuto a causa della sua ubiquità e dell’abilità intrinseca di essere un potente “cruscotto digitale” che viaggia con te da quando ti svegli al mattino a quando ti addormenti la sera.”
Ma non sono tutte rose…
All’inizio del post parlavo di “favoletta”, nel senso che i dati IAB mostrano ormai da più di 10 anni una crescita costante nell’online, mentre altri settori della pubblicità (vedi la carta) scricchiolano in modo preoccupante.
Eppure, come ebbi già modo di dire lo scorso anno, io non vedo piovere tutti questi soldi sull’editoria online. In poche parole, non mi sembra che per chi produce e pubblica contenuti su Internet le cose stiano andando così a gonfie vele.
Mi piacerebbe davvero sapere, di questa enorme cifra di 36,57 miliardi, quanti ne rimangono intrappolati dentro soggetti come Google e Facebook, giusto per fare i 2 nomi più noti.
Per esempio, mi risulta che la sola Google abbia fatto revenue per 50 miliardi di dollari nel 2012 (pare che in Italia abbia in mano oltre il 50% di tutta la pubblicità digitale), mentre Facebook poco più di 5 miliardi (ma con un tasso di crescita verticale).
E come ben sappiamo, la principale (se non quasi esclusiva) fonte di introiti per i 2 colossi è la pubblicità.
Se poi parliamo di mobile, entrano in gioco anche altri soggetti. Ad esempio Apple: un singolo “advertising contract” della sua piattaforma iAd è nell’ordine dei 100.000 dollari, e pare che iOS intercetti i 3/4 di tutto il “mobile ad spending”.
Ricordo infine che il mobile è un ambito dove il CPM registra valori non proprio da urlo: secondo una slide riportata negli Internet Trends 2012 di KPCB, è addirittura 5 volte inferiore rispetto al CPM dei banner che visualizziamo sui desktop.
Articolo tratto da tagliablog.it