Avete mai sentito parlare del growth hacker? Siamo sicuri che negli ultimi mesi vi sarà capitato di leggere questo termine un po’ ovunque! Sul web non diventano virali solo le notizie, ma anche le professioni che nascono prima oltreoceano e poi che raggiungono le nostre città.
Per tornare al significato di growth hacking, questo è un processo che consiste in una sperimentazione piuttosto veloce delle diverse tecniche di marketing per portare un’attività al successo.
Ma scendiamo nel dettaglio e vediamo come opera questa “nuova” figura del web (nuova per noi, realmente esiste dal 2010).
Cosa fa un growth hacker
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Qualche riga fa, abbiamo detto che il growth hacker è un esperto di marketing che sperimenta rapidamente vari canali pubblicitari, al fine di trovare quello che porta velocemente un business verso la crescita.
Per capire se un canale di marketing funzioni o meno, il marketer effettua diversi test utilizzando tecniche come advertising, email marketing automation, studio della psicologia degli utenti all’interno di funnel ben precisi. Analizza i dati, le statistiche, gli analytics e capisce velocemente quale canale sta portando buoni risultati e quale invece è da abbandonare.
A differenza del marketing tradizionale, in cui alle campagne viene allocato un determinato budget e si valutano i risultati a fine periodo, nel growth hacking il budget viene suddiviso per alimentare i test tramite i diversi canali di marketing. È un tipo di marketing in cui si lavora molto sulle fasi successive all’acquisizione del lead e del cliente, come la fidelizzazione e l’acquisto di nuove offerte.
Come lavora un growth hacker
Solitamente, il growth hacker lavora con budget piccoli e tempi ristretti, perché deve trovare la soluzione migliore nel minor tempo possibile.
Ciò non significa che ogni prodotto messo in mano ad un growth hacker diventi il prodotto dell’anno: se il servizio non è interessante o ha svariati competitor dai quali non si differenzia minimamente, i marketers non possono fare miracoli.
Il growth hacker, insieme all’azienda, fissa degli obiettivi e comincia con i test, che devono essere:
- misurabili: bisogna avere delle metriche che facciano capire come procedono gli esperimenti
- ripetibili: i test devono poter essere ripetuti in ambienti con caratteristiche diverse (che il growth hacker va a testare) ma con le stesse condizioni (stesso prodotto, stesso target, ecc)
- scalabili: l’esperimento effettuato su un prodotto, vale anche se ripetuto su 20-30-100?
Inoltre, viene fatta una profonda analisi della concorrenza.
I competitor, infatti, sono molto importanti per la realizzazione di un progetto. Infatti, i concorrenti hanno già svolto dei test, si sono già lanciati sul mercato, esponendosi. In questo caso, si ha la possibilità di analizzare a fondo le loro mosse, risparmiando tempo prezioso.
Finito il primo test, si procede con la ripetizione. Il growth hacker ripete i suoi test, fino a trovare quello vincente.
Perché l’obiettivo primario di qualunque marketer, ma di questo in particolare è uno solo: portare l’azienda (o il prodotto) in crescita costante!