Google+: il gigante si fa piccolo …
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… talmente piccolo che Google+ (o se preferite Google Plus) è ormai destinato a scomparire chiudendo definitivamente i battenti il 02 aprile 2019, con qualche mese di anticipo rispetto alla data precedentemente annunciata. Il social network dell’azienda di Mountain View, che doveva rivoluzionare non solo il modo in cui “si fa social” ma anche quello di “essere e di sentirsi social” rispetto ai già blasonati Facebook, Instagram o Linkedin per i profili aziendali, si è rilevato un vero e proprio fallimento, non riuscendo a creare quel coinvolgimento di utenti, quella voglia di condividere, di raccontare e di raccontarsi, indispensabili per la sopravvivenza di una community.
Se a questo si aggiunge “qualche pecca” (se così vogliamo chiamarla) in tema di privacy e di sicurezza, va da sé che il destino di Google Plus fosse definitivamente segnato.
Google Plus VS GDPR
“Sicurezza e privacy” sono sicuramente due argomenti di scottante attualità, talmente “spinosi” che neanche un colosso come Google ha potuto sottovalutarli. Così un’indagine interna condotta all’inizio del 2018 ha portato alla luce delle falle importanti nel sistema di sicurezza di Google Plus, falle che hanno messo in serio pericolo i dati personali inseriti dagli utenti non solo di Google+ ma anche degli utilizzatori dei sistemi Android. Nonostante le rassicurazioni di Google, che ha voluto comunque liberare da ogni timore gli utenti dichiarando che i dati privati non erano stati esposti a alcun pericolo e non vi era stato alcun utilizzo improprio, molti addetti ai lavori hanno sollevato il legittimo dubbio che, se la notizia fosse stata confermata, “big G” avrebbe dovuto incassare un duro colpo alla sua immagine. Se a questo si aggiunge che a maggio 2018 è entrato definitivamente in vigore il nuovo GDPR, che prevede che eventuali violazioni in materia di privacy debbano essere notificate all’autorità di regolamentazione entro 72 ore dalla loro scoperta, pena il pagamento di un’ammenda fino al 2% delle entrate mondiali, si può comprendere facilmente le ragioni che hanno portato a velocizzare la chiusura della piattaforma social di Google.
Google+ VS Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin
È difficile credere che un social possa non essere seguito o, meglio, sarebbe dire “frequentato”. Abituati come siamo, non solo allo schermo del computer, ma anche ai tablet e agli smartphone che rendono ancora più semplice il “rimani connesso”, sembrerebbe assolutamente scontato che la piattaforma nata a Mountain View dovesse avere lunga vita. Invece i dati hanno largamente smentito tutte le possibili previsioni, e Google+ subisce una considerevole débâcle da parte di tutte le altre piattaforme social, come Facebook, Twitter, Instagram o Linkedin.
Se è vero che Google Plus nasce con la buona intenzione di riunire sotto lo stesso tetto chat, immagini, hashtag, offrendo un’user experience completa e soddisfacente, è altrettanto vero che non è stato capace di costruirsi una propria identità, di ricavarsi quella “nicchia” di mercato capace di vedere Google Plus come la piattaforma social maggiormente in grado di soddisfare le proprie esigenze e le proprie aspettative. Se a questo si aggiunge che è stato arricchito da nuove funzionalità come la creazione di feed personalizzati o gli hangout che permettono di scambiare video, audio e file, si può facilmente comprendere come l’utente si sia trovato completamente disorientato e impreparato a sfruttare le potenzialità di Google Plus.
A questo si aggiunga che Google ha cercato di creare una community non solo forte ma anche molto estesa, tanto è vero che si poteva fruire di alcuni suoi servizi, come per esempio YouTube, solo e soltanto se si era in possesso di un profilo su Google+.
Qual è stato il risultato? Tempo medio di permanenza sulla piattaforma: 5 secondi!
Se siete quindi fra gli utenti di Google Plus non vi resta che salvare tutti i contenuti che avevate caricato seguendo la guida “Scarica i tuoi dati” messa a disposizione da “Big G” entro il prossimo 2 aprile, data in cui, come abbiamo detto, si spegneranno definitivamente i riflettori su Google+, non solo a Lugano o nel Ticino, ma in tutto il mondo.